Cultura

Vera Rubin e il bagno delle donne

Vera Rubin e il bagno delle donne

Che gender di ricerca «Di scienziate ce n’è poche o punto», diceva Margherita Hack. E nei laboratori più frequentati al femminile, come medicina e biologia, ruoli di vertice e soldi sono riservati ai colleghi maschi. Domani 5 marzo 4 pagine speciali sulle scienziate discriminate

Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 5 marzo 2019
Quando nel 1965 fu ammessa all’osservatorio di Monte Palomar, l’astronoma Vera Rubin per prima cosa incollò una figurina di cartone sulla porta di un bagno maschile. «Ecco il bagno delle donne», spiegò. All’epoca, i laboratori non prevedevano toilette femminili, tanto la scienza era roba per soli uomini. Grazie all’osservazione delle galassie, Rubin anni dopo ipotizzò l’esistenza della «materia oscura», quell’80% di universo di cui percepiamo la massa ma che non riusciamo a osservare direttamente. Scoprirne la natura è forse la maggiore sfida per la fisica attuale. Oggi, nei dipartimenti di fisica, matematica e ingegneria i bagni per le donne sono...

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