Alias Domenica
Vercellone, idiosincrasia platonica ed etica dell’immagine
Estetica Nel suo «Il futuro dell’immagine» Federico Vercellone riflette sul cambio di paradigma imposto dall’attuale iperproduzuione iconica, e spiega perché non si può rifugiarsi in Platone
Da "The One. Great Show Revue", Berlino, Friedrichstadtpalast, 2016 costumi di Jean Paul Gaultier
Estetica Nel suo «Il futuro dell’immagine» Federico Vercellone riflette sul cambio di paradigma imposto dall’attuale iperproduzuione iconica, e spiega perché non si può rifugiarsi in Platone
Pubblicato più di 7 anni faEdizione del 28 maggio 2017
L’accelerazione tecnologica di cui siamo testimoni esibisce la possibilità pressoché infinita di scambiare informazioni, in un globo ovunque attraversato da inesauribili virtualità comunicative. Ne risulta l’immagine d’un mondo fatto a sua volta soprattutto di immagini, il cui continuo fluire rende in buona parte obsoleti i canali tradizionali di trasmissione del sapere tanto per chi assiste a questa rivoluzione epocale con sgomento (e magari con un certo senso di inadeguatezza), quanto per le nuove generazioni (i veri o presunti «nativi digitali»). Come scrive Federico Vercellone nel suo ultimo libro (Il futuro dell’immagine, il Mulino, pp. 140, euro 15,00), tutto lascia pensare...