Alias Domenica
Vetri boemi, una storia di eredi fra umore e azzardi
A Venezia, Fondazione Cini Roubícková, Roubícek, Kopecký, Cigler, Libenskýe, Brychtová, maestri del pezzo unico, nati fra anni venti e trenta. Prodigi tecnici applicati a una sensibile varietà di poetiche
René Roubícek, «Teste» (1977), foto Enrico Fiorese
A Venezia, Fondazione Cini Roubícková, Roubícek, Kopecký, Cigler, Libenskýe, Brychtová, maestri del pezzo unico, nati fra anni venti e trenta. Prodigi tecnici applicati a una sensibile varietà di poetiche
Pubblicato circa un anno faEdizione del 17 settembre 2023
Maurizio GiufrèVENEZIA
Il vetro d’arte boemo ha una lunga storia, che affonda le radici nel cristallo inciso e molato tra Sei-Settecento. Fu, però, durante l’Impero asburgico che ebbe un importante impulso, quando alla metà del XIX secolo alcuni industriali viennesi localizzarono parte della loro produzione nella Boemia settentrionale. L’abilità artigiana si combinò così con le ultime tendenze artistiche viennesi, che avevano il loro centro di diffusione nella Scuola di arti applicate (Kunstgewerbeschule) e nel Museo Imperiale e Reale Austriaco per l’Arte e l’Industria, diretto dallo storico dell’arte moravo Rudolf Eitelberger. Grazie al suo interessamento, nel nord della Boemia, dalla seconda metà dell’Ottocento,...