Internazionale
«Violenza e affidabilità», il segreto del successo jihadista nel Sahel
Intervista Ibrahim Maiga (Istituto di studi sulla sicurezza di Bamako: «I capi jihadisti sembrano, per il momento, essere sociologi e politici migliori dei rappresentanti dello stato... Sanno bene come sfruttare le carenze delle istituzioni a loro vantaggio»
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Intervista Ibrahim Maiga (Istituto di studi sulla sicurezza di Bamako: «I capi jihadisti sembrano, per il momento, essere sociologi e politici migliori dei rappresentanti dello stato... Sanno bene come sfruttare le carenze delle istituzioni a loro vantaggio»
Pubblicato quasi 5 anni faEdizione del 13 maggio 2020Edizione 13.05.2020
La crescita esponenziale di questi ultimi mesi con attacchi contro basi militari e attentati contro civili, pone l’area del Sahel come una delle più pericolose e difficili, soprattutto per quanto riguarda l’ascesa dei gruppi jihadisti. Il manifesto ne ha parlato con Ibrahim Maiga, capo ricercatore dell’Istituto di studi sulla sicurezza (Iss) di Bamako, uno dei principali organismi di ricerca e monitoraggio a livello mondiale. Perché in questi anni il Sahel è diventato un terreno favorevole all’ideologia jihadista a partire dal Mali? Il processo di radicalizzazione e di espansione dell’ideologia jihadista nasce dalla fine degli anni ’90 con la fuga dall’Algeria...