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Vite bestiali tra il profeta e l’occidente

Vite bestiali tra il profeta e l’occidente

Intervista Parla Marianella Piratti, docente di diritto internazionale e autrice di un saggio nel volume collettaneo «Per gli animali è sempre Treblinka» (Mimesis). «L’essere umano ha il ruolo di khalifa. È un vicario, non può disporre degli elementi del creato a suo piacimento, ma li deve preservare e averne cura»

Pubblicato circa 8 anni faEdizione del 12 novembre 2016
«Saevitia in bruta est tirocinium crudelitatis in homines», scrisse san Tommaso. Qualche secolo dopo Rosa Luxemburg dalla cella del carcere, era il 1917, commenta con grande rammarico la ferocia con cui un soldato si scaglia contro un bufalo bastonandolo a sangue. Ma il rispetto per gli animali non è solo questione di empatia con il dolore degli altri esseri viventi: significa anche relazione tra l’uomo e l’ambiente, tra l’uomo e la sperimentazione, tra l’uomo e la sua alimentazione. La riflessione in occidente su queste tematiche è profonda e proficua ma non è monopolio della nostra cultura. Questioni alimentari sono proprie...

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