Internazionale
Vivere (a metà) e «prosperare» a Kakuma
Storie di resilienza e creatività Un luogo «abitato provvisoriamente» da 26 anni, che ospita quasi 150mila persone in fuga da guerre africane vecchie e nuove
Un laboratorio tessile nel campo di Kakuma – LaPresse
Storie di resilienza e creatività Un luogo «abitato provvisoriamente» da 26 anni, che ospita quasi 150mila persone in fuga da guerre africane vecchie e nuove
Pubblicato più di 6 anni faEdizione del 9 giugno 2018
Kakuma è voce di marinai alle corde, «tutto è perduto, alle preghiere, alle preghiere si corra! Come alle ultime corde precisamente». Il silenzio precede il limite della nuda soglia. Tutto sembra dimenticato: le passioni, i miti, ognuno è sopravvissuto. La vita sembra scivolata via come una barca di canne. L’approdo è una immobilità di vita che non somiglia per niente alla pace. Una immobilità implacabile che cova imperscrutabili propositi. Vivere a metà. QUESTA È KAKUMA. All’estremo limite del Kenya, in una regione di confine con il Sudan, l’Uganda e l’Etiopia. Un territorio abitato da 147.670 persone provenienti da mezza Africa:...