La detenzione di un’arma al di là dei problemi normativi l’ho sempre considerata metaforicamente come qualcosa di potenzialmente esplosivo del nostro intelletto.
Decidere poi se un’arma è più o meno pericolosa perché può uccidere più facilmente o come accade in tante case americane, veri e propri mausolei cosparsi di armi collezionate come pentole per un cuoco, mi lascia incapace di razionalizzare.
https://ilmanifesto.it/gabriele-galimberti-piu-armi-che-persone-nei-ritratti-americani
Il rapporto di amore con le armi che viene raccontato da Galimberti nasconde secondo me, una problema mondiale affettivo verso il prossimo.
Sparare ad un pezzo di lamiera per sport, giocare a paintball, softair e l’infinita proposta delle piattaforme gaming di genere, continuo a credere che non siano solo un divertimento.
Tutelare maggiormente la sanità mentale, magari non aumentando al 2% la spesa militare ma destinando più soldi ai centri di supporto psicologico, facendolo diventare un presidio pubblico come le poste italiane aiutando i più fragili a non innamorarsi per errore di un’arma.