Alias Domenica
Weisz dal Bologna al Lager, una vergogna italiana
Calcio e Shoah Árpád Weisz, il tecnico ebreo ungherese che lanciò Meazza e vinse scudetti con l’Inter e il Bologna: perseguitato dalle leggi razziali, riparò in Olanda ma poi fini ad Auschwitz. Lo racconta Giovanni A. Cerutti per Interlinea
Felix Nussbaum, Stilleben mit Fussßball (Natura morta con pallone da calcio) 1940, Gerusalemme, Yad Vashem Art Museum;
Calcio e Shoah Árpád Weisz, il tecnico ebreo ungherese che lanciò Meazza e vinse scudetti con l’Inter e il Bologna: perseguitato dalle leggi razziali, riparò in Olanda ma poi fini ad Auschwitz. Lo racconta Giovanni A. Cerutti per Interlinea
Pubblicato quasi 5 anni faEdizione del 2 febbraio 2020
Impaginato di spalla, il commento che compariva sulla copertina del «Calcio illustrato» del 7 settembre 1938 non avrebbe potuto avere un titolo più chiaro, Bonifica: esso annunciava, nei modi di una asettica misura igienica, la promulgazione delle cosiddette leggi razziali che fin dall’estate precedente una rivista dal titolo sinistramente vittimista, «La Difesa della Razza», si era data il compito di iscrivere nel senso comune martellando coi più vieti stereotipi della xenofobia e della eugenetica. Il calcio non fu risparmiato e lo attesta la vicenda di Árpád Weisz, il tecnico ebreo ungherese che allora guidava il Bologna, non solo la squadra...