Visioni

Welcome to New York, Abel Ferrara e l’orgia del potere

Welcome to New York, Abel Ferrara e l’orgia del potereGerard Depardieu in una scena di Welcome to New York, sotto Abel Ferrara

Cannes 67 Fuori dal programma del festival, Abel Ferrara con il suo film - e grazie anche a un grande Gerard Depardieu - stabilisce un'equazione tra l'aggressività sessuale del suo protagonista e quella dell'enorme potere politico finanziario che rappresenta

Pubblicato più di 10 anni faEdizione del 18 maggio 2014
Dopo una breve scena in cui Gerard Depardieu rivolgendosi direttamente al pubblico mischia le carte tra la sua identità e quella del personaggio, la storia di Welcome to New York inizia in realtà a Washington, dove George Devreaux (che, secondo il disclaimer autoironico in testa al film non ha nulla a che vedere con Dominique Strauss-Kahn), presidente del Fondo monetario internazionale, sta pianificando la security per la sua imminente campagna elettorale in Francia. Nel suo ufficio anche un paio di prostitute, con cui Devraux si intrattiene vistosamente e che offre di condividere con l’esterrefatto capo delle guardie del corpo. Non molti di...

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