Alias
Who, l’eterna rabbia
Ritorni/A 13 anni dal disco precedente il gruppo pubblica il nuovo album Townshend e Daltrey hanno registrato senza mai incontrarsi. Nonostante tensioni e vecchie ruggini, ancora sanno sorprendere
Pete Townshend (a sinistra) e Roger Daltrey oggi
Ritorni/A 13 anni dal disco precedente il gruppo pubblica il nuovo album Townshend e Daltrey hanno registrato senza mai incontrarsi. Nonostante tensioni e vecchie ruggini, ancora sanno sorprendere
Pubblicato quasi 5 anni faEdizione del 4 gennaio 2020
È ormai consolidata prassi attendere e accogliere con distaccato sarcasmo e sufficienza i nuovi album delle vecchie glorie del rock. Curioso, considerato che molti appartenenti alla categoria hanno pubblicato negli ultimi anni lavori che oscillano dal capolavoro al più che dignitoso. Da Blackstar di David Bowie, I’m new here di Gil Scott-Heron, Post Pop Depression di Iggy Pop nella prima categoria; Rolling Stones, Paul McCartney, Ray Davies dei Kinks, il non più giovane Paul Weller nella seconda. LA TRAFILA C’era quindi la consueta attesa per il primo album degli Who, a tredici anni dal precedente (debole) Endess Wire. Intitolato semplicemente...