Cultura

Yamen Manai racconta un’infanzia tunisina tra sogno e disincanto

Yamen Manai racconta un’infanzia tunisina tra sogno e disincantoStreet art nel villaggio tunisino di Erriadh nell’ambito del progetto «Djerbahood»

L'intervista Parla l’autore di «Bell’abisso», pubblicato dalle edizioni e/o, vincitore del Prix de la littérature arabe nel 2022. In un romanzo amaro ma non privo di ironia, l’eredità tradita della Rivoluzione dei Gelsomini. «All’origine del libro c’è un fatto concreto - spiega l'autore -: l’aggressione di alcune deputate da parte dei membri di un partito islamista all’interno del parlamento nel 2020». «L’albero simbolo del mio Paese è l’olivo: ci vogliono 15 anni prima di veder apparire i suoi frutti. Perciò non sono pessimista»

Pubblicato circa un anno faEdizione del 24 novembre 2023
Il giovane protagonista ha scelto di ribellarsi ad un sistema che opprime lui come tutti i suoi coetanei, che gli nega il futuro ma anche ogni piccola gioia quotidiana, perfino la compagnia di un cane, unico affetto in un orizzonte dominato dalla solitudine, se si eccettua la compagnia dei libri. È lui stesso a raccontarci la propria storia, ripercorrendo, da imputato in un processo che lo vede alla sbarra per il modo violento in cui ha reagito all’oppressione, una traiettoria esistenziale segnata dalla sopraffazione, dalle umiliazioni patite in famiglia, a scuola, per strada. Il suo memoir doloroso suona però come...

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