Yamen Manai racconta un’infanzia tunisina tra sogno e disincanto
L'intervista Parla l’autore di «Bell’abisso», pubblicato dalle edizioni e/o, vincitore del Prix de la littérature arabe nel 2022. In un romanzo amaro ma non privo di ironia, l’eredità tradita della Rivoluzione dei Gelsomini. «All’origine del libro c’è un fatto concreto - spiega l'autore -: l’aggressione di alcune deputate da parte dei membri di un partito islamista all’interno del parlamento nel 2020». «L’albero simbolo del mio Paese è l’olivo: ci vogliono 15 anni prima di veder apparire i suoi frutti. Perciò non sono pessimista»
L'intervista Parla l’autore di «Bell’abisso», pubblicato dalle edizioni e/o, vincitore del Prix de la littérature arabe nel 2022. In un romanzo amaro ma non privo di ironia, l’eredità tradita della Rivoluzione dei Gelsomini. «All’origine del libro c’è un fatto concreto - spiega l'autore -: l’aggressione di alcune deputate da parte dei membri di un partito islamista all’interno del parlamento nel 2020». «L’albero simbolo del mio Paese è l’olivo: ci vogliono 15 anni prima di veder apparire i suoi frutti. Perciò non sono pessimista»