Youssef Fadel dà voce ai fantasmi degli anni di piombo del Marocco
L'intervista Parla lo scrittore nato a Casablanca e imprigionato negli anni ’60 durante il regime di Hassan II, che con il romanzo «Ogni volta che prendo il volo» (Brioschi) racconta le sparizioni di oppositori e intellettuali. «Nel mio libro, finzione e realtà si incontrano: le famiglie degli scomparsi continuano a cercare i loro mariti, i loro figli. La speranza li mantiene in vita, come accade a Zina che confida nel ritorno di Aziz»
L'intervista Parla lo scrittore nato a Casablanca e imprigionato negli anni ’60 durante il regime di Hassan II, che con il romanzo «Ogni volta che prendo il volo» (Brioschi) racconta le sparizioni di oppositori e intellettuali. «Nel mio libro, finzione e realtà si incontrano: le famiglie degli scomparsi continuano a cercare i loro mariti, i loro figli. La speranza li mantiene in vita, come accade a Zina che confida nel ritorno di Aziz»