Cultura
Youssef Nabil, immagini restituite ai colori dell’anima
L'intervista Parla l’artista e fotografo egiziano, in mostra in Italia dopo 10 anni. L’esposizione «Once Upon a Dream» negli spazi di Palazzo Grassi a Venezia, fino al 10 gennaio 2021. «Ho cercato i vecchi laboratori del Cairo e Alessandra dove le foto venivano ritoccate a mano. Volevo imparare questa tecnica antica che amavo attraverso i ritratti di famiglia e il cinema»
«Saved My Belly Dancer» # XXIV, 2015 (Courtesy of the Artist and Nathalie Obadia Gallery)
L'intervista Parla l’artista e fotografo egiziano, in mostra in Italia dopo 10 anni. L’esposizione «Once Upon a Dream» negli spazi di Palazzo Grassi a Venezia, fino al 10 gennaio 2021. «Ho cercato i vecchi laboratori del Cairo e Alessandra dove le foto venivano ritoccate a mano. Volevo imparare questa tecnica antica che amavo attraverso i ritratti di famiglia e il cinema»
Pubblicato più di 4 anni faEdizione del 8 agosto 2020
Un’intera parete di Palazzo Grassi è dedicata a The Last Dance, Denver che Youssef Nabil (il Cairo 1972, vive tra Parigi e New York) ha realizzato nel 2012. Scatti in cui l’obiettivo indugia sul vortice del tessuto nel ritmo della danza che avvolge il corpo femminile. Il resto si lascia intuire. Una descrizione del movimento che è in un certo senso scultorea. Forse è per questo che viene in mente Forme uniche della continuità nello spazio di Boccioni. La linea sottile di presenza/assenza, tappa di un viaggio onirico e metaforico che si spinge oltre i confini della nostalgia è il...