Zalone, un (quasi) comunista
Ecco 10 motivi che dovrebbero dimostrare che Checco Zalone, alla faccia di quel che dice Renato Brunetta e di quel che scrive Michele Serra, è quasi comunista. Quasi? Ancora coi […]
Ecco 10 motivi che dovrebbero dimostrare che Checco Zalone, alla faccia di quel che dice Renato Brunetta e di quel che scrive Michele Serra, è quasi comunista. Quasi? Ancora coi […]
Ecco 10 motivi che dovrebbero dimostrare che Checco Zalone, alla faccia di quel che dice Renato Brunetta e di quel che scrive Michele Serra, è quasi comunista. Quasi?
Ancora coi comici popolari che vengono scippati dalla destra alla sinistra, e con la sinistra che neanche se ne accorge. Come sempre. Tanto alla sinistra per divertirsi basta irridere a qualsiasi nuovo candidato alle primarie del Pd. E si accontenta delle imitazioni di Crozza a Ballarò e della Litizzetto da Fazio. Comunque basta con la destra o con quel che ne rimane, che si appropria dei miti della sinistra nel cinema! Ci hanno provato con Bombolo e Alvaro Vitali, con capolavori come Viva la foca di Nando Cicero, col Monnezza di Tomas Milian, ma non ci riusciranno con Checco Zalone e con il suo cinema. Facile per Brunetta salire sul carro dei vincitori, ammesso che ci riesca, quando un comico ha avuto un simile successo. Perché non ha fatto lo stesso con Gianni Ciardo o con Nicola Pignataro o con Uccio De Santis, il re della barzelletta del Mudù? Che pure sono di Bari. E perché non esulta per il risultato strepitoso al botteghino di un film come Something Good diretto e interpretato da un vero uomo di destra come Luca Barbareschi che ha incassato ben 75.000 euro con 350 sale?
Ovvio che gli ha dato una mano Michele Serra con un articolo sul fenomeno Zalone dove si capiva solo quanto i nostri intellettuali siano svogliati e non abbiano nessuna voglia di andare al cinema in mezzo al pubblico fastidioso o di capire il perché di un successo così popolare. E poi Checco neanche era andato ospite da Fabio Fazio? Inoltre non è vero che i ricchi sono tutti comunisti. Bella scoperta. Come non è vero che la filosofia da bunga bunga del cavaliere esprima tutta questa positività e allegria. Vedi Lele Mora, Emilio Fede, Mara Carfagna, lo stesso Brunetta e la vagonata di escort delle seratine «anticomuniste e moderate» di Arcore.
Vero è che la sinistra, soprattutto la sinistra di Repubblica e dei giornali poco si cura del cinema popolare. Che seguita a sistemare nello scaffale dei Fabio Volo e delle opere da non studiare. Quando lo stesso Volo arriva al giusto concetto che è ovvio che si possa amare contemporaneamente La vita di Adele e Sole a catinelle. Che problema c’è? Perché dobbiamo essere sempre «vincoli o sparpagliati» come nelle peggiori riunioni del piddì. Non accorgendoci poi che le generazioni più giovani non hanno proprio di questi problemi, non vedono più da una parte la destra e dall’altra della sinistra, fortunatamente. Detto questo, ho avuto modo di conoscere molto bene Luca Medici alias Checco Zalone e posso dirvi che è quasi comunista perché:
1) Quando vede Matteo Renzi alla tv, cambia canale.
2) Ama il jazz e qualcuno giura di averlo sentito cantare al piano bar di Santo Spirito, in provincia di Bari, il paese nativo di Domenico Procacci, Con una rosa e Che cos’è l’amore di Vinicio Capossela.
3) Cambia il pannolino da solo alla sua bambina tutti i giorni e non ha neanche la colf.
4) E’ amico di Francesco De Gregori.
5) E’ stato visto alla Feltrinelli di Bari sfogliare un libro senza poi acquistarlo. In segreto si vanta pure di aver letto 40 pagine di Gomorra di Roberto Saviano.
6) Si è comprato un paio di Clark grigio topo a Roma per far colpo su Marco Travaglio quando è stato intervistato da Il Fatto.
7) Lo hanno visto a Roma mentre mangiava in un ristorante del centro col sindaco di Bari Emiliano o, meglio, mentre il sindaco Emiliano mangiava.
8)Non ha uno yacht né altra imbarcazione privata, ma se il suo produttore lo invita ci va volentieri.
9) E’attento a ogni diversità. Ha dedicato una canzone agli omosessuali e, da barese, è pure amico dei foggiani.
10) Nel suo ultimo film, Sole a catinelle, si vedono delle bandiere rosse e si parla dei risultati di vent’anni di berlusconismo. In nessun film italiano degli ultimi anni si è mai tentata una cosa simile. Né si è mai osato di parlare di comunismo e di fabbriche occupate. Del resto è stato l’unico in Italia a farci vedere in un film il capo della Lega bere piscio durante il sacro rito dell’ampolla del dio Po.
p.s. Scordavo. In nessuno dei suoi film si è mai vista un culo femminile buttato lì per il pubblico. Se non è comunismo questo. Ditelo a Brunetta. W Bombolo W Zalone
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