Visioni

«Zombi Child», storie di fantasmi e di cinema

«Zombi Child», storie di fantasmi e di cinema

RASSEGNE I film di Bertrand Bonello sono delle partiture in cui poetica e politica, estetica e impegno coincidono. Protagonista dell'ultimo è un’adolescente divisa tra un presente pecunario e un amore ancestrale

Pubblicato quasi 5 anni faEdizione del 15 gennaio 2020
Se c’è un regista da cui aspettarsi qualsiasi cosa ogni volta esce un suo film, che sia la manipolazione del genere, l’esorbitazione degenere, la mistione tra filosofema e civismo, corporeità e spettralità, oppure la febbrile interrogazione dell’io in disfacimento, riedificazione, alterazione; quello è Bertrand Bonello, già dai tempi di Quelque chose d’organique in cui peraltro mostrava una fede incrollabile nell’immagine, e un rispetto per la sua volumetria, per una trasparenza sempre trepida, sibilante, musicale dell’inquadratura, che resistono e anzi si sono rafforzati nell’ultimo Zombi Child, reduce dalla Quinzaine e ancora in giro per festival, rassegne, retrospettive – sarà anche a...

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