Zumbo, livida tregenda nel presepe

Quando Firenze godeva ancora di un turismo elegante, capitava che i viaggiatori riportassero nei loro diari l’impressione ricevuta da alcune figure in cera nelle quali erano riprodotti con lenticolare realismo i raccapriccianti effetti del tempo e delle malattie sul corpo umano. Fra i visitatori più illustri del museo di storia naturale, dove le opere erano conservate, vi fu lo scrittore americano Herman Melville che, alla data del 27 marzo 1856, annotò: «Preparazioni anatomiche: spaventose vetrine, infiniti stanzoni, tutti pieni. L’opera del Siciliano. Prima vetrina: Archi spezzati. E il carcame nella tomba a volta. Testa di marmo dall’espressione cadaverica. Medaglione. La...