Alias Domenica
Zurlini, il morandiano delle illusioni perdute
Una riproposta, da Mattioli 1885 Valerio Zurlini, «Pagine di un diario veneziano». Scritto nel 1981-’82, in punto di morte, percorre «à rebours» una parabola fatta di vuoti, silenzi, titoli irrealizzati, amore per la pittura
Valerio Zurlini (al centro) con Jacques Perrin e Claudia Cardinale sul set della «Ragazza con la valigia», 1961
Una riproposta, da Mattioli 1885 Valerio Zurlini, «Pagine di un diario veneziano». Scritto nel 1981-’82, in punto di morte, percorre «à rebours» una parabola fatta di vuoti, silenzi, titoli irrealizzati, amore per la pittura
Pubblicato quasi 2 anni faEdizione del 15 gennaio 2023
Nel marzo del ’77 Valerio Zurlini venne nelle Marche, a Chiaravalle, in un allora rinomato cineclub, per presentare quello che sarebbe rimasto il suo ultimo film, Il deserto dei tartari, uno di quei casi in cui la resa artistica del cinematografo fa largamente aggio sull’opera letteraria d’avvio. Zurlini era elegantissimo (il soprabito color cammello non poteva che alludere alla griffe del professor Dominici nel suo film più acclamato ma da lui per più di un motivo detestato, La prima notte di quiete, del ’72), un signore che al microfono sembrava poco incline a comunicare nonostante il garbo e, anzi, pareva...