A Potenza va in scena il carnevale degli olandesi
Giro d'Italia 2022. Tappa 7. Da Diamante a Potenza – LaPresse
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A Potenza va in scena il carnevale degli olandesi

Contagiro - Tappa 7 Sulle ultime asperità, sotto l’urto di Dumoulin la tappa si trasforma in una faida tutta olandese

Pubblicato più di 2 anni faEdizione del 14 maggio 2022

Dai murales di Diamante al muro di Potenza è la festa del giovane Bowman, che strada facendo accumula punti per la leadership dei GPM, e sul traguardo ha ancora l’energia per mettersi alle spalle quel che resta della fuga di giornata. Qui a Potenza, affacciandosi dal balcone di casa di Gianpasquale Santomassimo a perpendicolo sul traguardo di via Vaccaro, nel passato si era potuto assistere ai trionfi di Adorni e di Taccone.

Tranne quella volta che Torriani volle fregare Gianpasquale a vantaggio di Moser, collocando la linea d’arrivo in un drizzone di periferia – avrà penato più Moser a vincere alla fine un Giro, o Torriani a spianare le montagne per rendergli l’impresa, se non agevole, alla portata? Finché si percorre il lungomare, affacciati sulle spiagge nere del nord della Calabria, la fuga stenta a nascere. Il motivo è che la compagnia degli evasi non vuole tra i piedi Van der Poel, per manifesta superiorità.

Il fiammingo ci prova a più riprese, ma una mano non gliela dà nessuno, finché non capisce l’antifona e desiste. A quel punto la vicenda ha già assunto altri connotati, nel senso che iniziano a scattarsi in faccia Kamna, che è secondo, e la maglia rosa, seguiti a ruota dai capitani delle varie squadre. Tutto questo quando ancora all’arrivo mancano 100 km e rotti, si comincia l’ascesa al Monte Sirino e l’andatura è stata vorticosa. Perfino i lupi non tengono il passo ai corridori e si ritirano nella boscaglia.

È lungo questa seconda lunghissima ascesa di giornata che prende corpo la fuga giusta: Formolo, Villella, Bowman, Poels e Camargo per la tappa, Dumoulin per tornare in classifica dopo la mazzata dell’Etna. E qui, come un po’ si prevedeva, la tappa invece di accendersi si spegne. Nel senso che, con la scusa dei “dislivelli” (altro termine da aggiungere al paniere delle parolacce, assieme a “wattaggio”, “cardiofrequenzimetro” e “radiolina”: quando se ne parla con troppa insistenza rassegnatevi, che non succederà niente), il terreno su cui dare battaglia per i big è sempre quello del giorno successivo.

Mancano da fare Viggiano e Sellata, come salite, ma il gruppo si limita a modulare l’andatura in base all’esigenza di non far tornare pericoloso Dumoulin, mentre il clou della vicenda si svolge nella fuga. Sulle ultime asperità, sotto l’urto di Dumoulin la tappa si trasforma in una faida tutta olandese, con Formulo imbucato tra Dumoulin, appunto, Mollema e Bowman.

Anzi, più che una faida, un carnevale: in vista del traguardo si capisce che le gerarchie sono capovolte: Dumoulin da capitano si trasforma in gregario e lancia Bowman, che trionfa sul traguardo a braccia alzate.

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