Italia
A Rosarno l’«accoglienza diffusa» rimane un tabù
Rosarno Venti giorni fa Becky Moses moriva nel rogo della baraccopoli. Da allora nulla è cambiato. «Basta ghetti, basta soluzioni d’emergenza». Ma i migranti sono inascoltati.
Rosarno Venti giorni fa Becky Moses moriva nel rogo della baraccopoli. Da allora nulla è cambiato. «Basta ghetti, basta soluzioni d’emergenza». Ma i migranti sono inascoltati.
Pubblicato quasi 7 anni faEdizione del 17 febbraio 2018
Silvio MessinettiGIOIA TAURO
Venti giorni fa Becky Moses, richiedente asilo di 26 anni, nigeriana, morì carbonizzata nel rogo della baraccopoli di San Ferdinando vicino Rosarno. Da allora, nonostante le promesse del Viminale, poco o nulla è cambiato. La denuncia dei Medici per i diritti umani (Medu) e di Amnesty International è un duro atto d’accusa contro governo, regione e istituzioni: «Per i 2.000 lavoratori agricoli stranieri la situazione abitativa e igienico-sanitaria è drammatica. Siamo al collasso». La tensostruttura della protezione civile, approntata nelle ore immediatamente successive all’incendio e in grado di ospitare solo 198 persone, è, infatti, già stata smantellata e solo parte...