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Afd chiama Ben Gvir, i «compari» della deportazione
Opinioni A Potsdam e Gerusalemme due incontri con al centro il tema di come restaurare la purezza etnico-culturale di una terra, allontanandone la popolazione «disomogenea» o «ostile»
Gerusalemme, alla Marcia per la vittoria dell’8 febbraio scorso – Getty Images
Opinioni A Potsdam e Gerusalemme due incontri con al centro il tema di come restaurare la purezza etnico-culturale di una terra, allontanandone la popolazione «disomogenea» o «ostile»
Pubblicato 9 mesi faEdizione del 20 febbraio 2024
Si può capire, con molto sforzo e senza condividere, chi evoca la guerra come tragica necessità di autoconservazione, perfino chi confida nel potere deterrente della violenza bellica. Sono comunque posizioni a loro modo razionali che, prima o dopo, possono condurre a una tregua, un armistizio, un compromesso. Comprendere non si possono invece quanti della guerra esultano, ne fanno quasi un’espressione della propria identità, si infervorano e, costi quel che costi, incitano ad “andare fino in fondo”, laddove è proprio un baratro “senza fondo” quello verso cui si procede. Dove l’annientamento resta l’unico orizzonte possibile. Le cronache e le immagini della...