Italia
Al bar di Mama Africa
Reportage A Ventimiglia, dove la frontiera si fa tangibile come in una zona di guerra, c’è chi fa entrare tutti, senza chiedere i documenti e dispensando umanità: una signora di 55 anni, Delia. «Tutti abbiamo diritto a un futuro migliore. Se i residenti dicessero a questi ragazzi anche solo “buongiorno”, basterebbe già quello a cambiare le cose»
Il bar di Mama Africa a Ventimiglia – Shendi Veli
Reportage A Ventimiglia, dove la frontiera si fa tangibile come in una zona di guerra, c’è chi fa entrare tutti, senza chiedere i documenti e dispensando umanità: una signora di 55 anni, Delia. «Tutti abbiamo diritto a un futuro migliore. Se i residenti dicessero a questi ragazzi anche solo “buongiorno”, basterebbe già quello a cambiare le cose»
Pubblicato più di 6 anni faEdizione del 15 agosto 2018
Shendi VeliVENTIMIGLIA
Alcuni lo chiamano con disprezzo «il bar dei negri». Si trova a pochi passi dalla stazione di Ventimiglia. «Gestisco questo posto da 15 anni» dice Delia, 55 anni, figlia di commercianti. «Tre anni fa mi ha aiutato mio fratello per alcuni mesi perché seguivo mia madre in ospedale, è stato lui ad aprire le porte ai primi ragazzi. Io li chiamo ragazzi, immigrati non mi piace, e poi immigrati lo siamo un po’ tutti». NELL’ESTATE DEL 2015 la Francia ha applicato gli «Accordi di Chambery» che prevedono la possibilità di respingere i migranti da un paese all’altro. Per farlo bisogna violare...