Cultura

Andrea Abreu, una voce aliena alle convenzioni e alle norme della lingua

Andrea Abreu, una voce  aliena alle convenzioni e alle norme della linguaLa scrittrice Andrea Abreu

SALONE DEL LIBRO «Pancia d’asino» (Ponte alle Grazie), romanzo d’esordio della scrittrice spagnola domani ospite a Torino. L’estate di due ragazzine scosse e tenaci, Isora e Shit, che affrontano l’apprendistato alla sessualità. La letteratura contemporanea è piena di appassionate amicizie femminili e adolescenziali, da «Lo dice Harriet» di Beryl Bainbridge a «Mandibula» di Monica Ojeda

Pubblicato circa 3 anni faEdizione del 14 ottobre 2021
Parlare di Pancia d’asino (Ponte alle Grazie, pp. 160, euro 15), romanzo d’esordio di Andrea Abreu che in Spagna ha riscosso un successo considerevole quanto imprevisto, significa innanzitutto rispondere a una domanda: fino a che punto si può rendere in un’altra lingua un libro in apparenza intraducibile? Perché a distinguere Panza de burro (questo il titolo originale con cui è apparso presso Barret, piccolo editore sivigliano) è in primo luogo l’uso del linguaggio, impregnato di neologismi, vocaboli scritti come si pronunciano, onomatopee, volontari errori di grammatica e sintassi, anglicismi, saltuaria rinuncia alla punteggiatura e soprattutto localismi. Una versione libera e...

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