Transizione ecologica Secondo l’economista D.Harvey, l’economia raddoppia ogni 25 anni: nel 1950 era di 4 mila mld di dollari, nel 2000 di 40 mila mld, fino agli 80 mila mld nel 2019
Giacomo Balla "Automobile in corsa", 1913
Transizione ecologica Secondo l’economista D.Harvey, l’economia raddoppia ogni 25 anni: nel 1950 era di 4 mila mld di dollari, nel 2000 di 40 mila mld, fino agli 80 mila mld nel 2019
La vicenda dell’auto è emblematica delle resistenze di una parte del mondo imprenditoriale e politico ad una effettiva transizione ecologica. Il passaggio dal motore termico all’elettrico resta confinato in una visione meramente produttivistica, in cui prevale il calcolo di mercato e l’aumento del parco macchine circolante. Come se non fosse la quantità di veicoli sulle strade, qualunque sia l’alimentazione del motore, ad amplificare le criticità della mobilità urbana ed extraurbana. Il salto tecnologico non si traduce, insomma, in nuove modalità di trasporto delle persone e delle merci, né in una vera riconversione industriale. Risorse imponenti vengono riversate su strade, autostrade,...
Sostieni l’informazione libera e senza padroni. Leggi senza limiti il manifesto su sito e app in anteprima dalla mezzanotte. E tutti i servizi della membership sono inclusi.
ABBONAMENTI
Passa dalla parte del torto.
Sostieni l’informazione libera e senza padroni. Leggi senza limiti il manifesto su sito e app in anteprima dalla mezzanotte. E tutti i servizi della membership sono inclusi.
Per continuare a leggere, crea un account gratuito
Credo che questo sia il punto centrale dell’articolo. Come abbiamo spesso discusso su questo forum la riduzione dei consumi, dell’utilizzo dell’automobile, della carne, l’implementazione dello smartworking ecc. andrebbero intesi non tanto come pratiche individuali ma quanto come cambiamento, oso dire rivoluzionario, nei modi di produzioni. Eppure ancora vi è molta poca coscienza intorno a questi temi fondamentali, il “feticcio” della decrescita va spesso di pari passo con quello del “buon consumatore” e la classe politica latita