Internazionale

«Avevamo riscattato i luoghi oscuri della guerra civile, ora non ci sono più»

«Avevamo riscattato i luoghi oscuri della guerra civile, ora non ci sono più»Gli abitanti di Beirut tra le macerie – Ap

Beirut Colpiti i quartieri poveri e ricchi, gli edifici storici, le strade della movida e dei caffè. Le voci degli artisti e dei collettivi: «Qui da alcuni anni gli ex capannoni industriali si erano trasformati in centri culturali, locali, teatri. Una sorta di riscatto, le milizie falangiste li avevano occupati e usati come luoghi di prigionia e tortura. Non riesco a immaginare come possano tornare a riaprire»

Pubblicato più di 4 anni faEdizione del 6 agosto 2020
«Beirut, così come la conoscevamo, non c’è più». Inizia così la telefonata con Caroline Hatem, regista teatrale e co-fondatrice dell’associazione culturale Yazan. Le due esplosioni al porto di martedì non hanno risparmiato nulla. L’EPICENTRO delle deflagrazioni è raso al suolo, si è creato un cratere di circa 200 metri, invaso dalle acque del Mediterraneo, in cui sono stati inghiottiti edifici e strade. L’onda d’urto, avvertita a chilometri di distanza, ha investito la città risalendo e allargandosi dal porto verso il centro e su verso i quartieri più in alto, spazzando via in pochi secondi edifici, automobili, strade, e provocando oltre...

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