Cultura

Boris Belenkin, Memorial nel segno dei dissidenti

Boris Belenkin, Memorial nel segno dei dissidentiUna donna porta un fiore al Memoriale per le vittime della repressione politica a San Pietroburgo, foto Ap

L'intervista Parla l'autore di «Non lasciare che ci uccidano» (Rizzoli) che interviene domani al festival Libri Come a Roma. «Le nostre azioni sono guidate dalla “memoria viva” trasmessa dai parenti delle vittime dei gulag». «Concordo con Oleg Orlov che è stato condannato a due anni e mezzo di carcere per aver affermato che il regime politico che è si installato in Russia è totalitario e fascista»

Pubblicato 8 mesi faEdizione del 22 marzo 2024
A tratti, la determinazione del suo sguardo è tradita da una patina di emozione. Perché quella che sta raccontando, e che ha narrato con grande forza in Non lasciare che ci uccidano (traduzione e cura di Marco Clementi, Rizzoli, pp. 340, euro 19), non è solo un capitolo decisivo della storia della Russia contemporanea, e della lotta per la libertà e la democrazia, ma è prima di tutto la sua vita. Da meno di due anni Boris Belenkin ha scelto di lasciare Mosca per continuare dall’esilio di Praga il suo lavoro in favore dei diritti umani e per la ricostruzione...

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