Lavoro
Braccati, irregolari e invisibili: i migranti sfruttati nei ghetti
Il pianeta dei ghetti Rifugio per i regolari senza accoglienza, sistema pensato per i caporali. Dal "gran Ghetto" di Rignano Garganico allo slum di San Ferdinando in Calabria dove sono morti cinque lavoratori, per ultimo Moussa Ba, senegalese di 29 anni. Questi non-luoghi sono diventati il paradigma del lavoro nell’agroindustria dei record
Braccianti a Cerignola (Foggia) – Dino Fracchia
Il pianeta dei ghetti Rifugio per i regolari senza accoglienza, sistema pensato per i caporali. Dal "gran Ghetto" di Rignano Garganico allo slum di San Ferdinando in Calabria dove sono morti cinque lavoratori, per ultimo Moussa Ba, senegalese di 29 anni. Questi non-luoghi sono diventati il paradigma del lavoro nell’agroindustria dei record
Pubblicato quasi 6 anni faEdizione del 17 febbraio 2019
I ghetti non hanno un nome. Sorgono all’ombra delle città vicine – San Ferdinando a Reggio Calabria, Rignano Garganico, Borgo Mezzanone o Borgo Tressanti a Foggia – ma restano extraterritoriali. Spesso sono i sindaci a negargli quello delle proprie città. Alludono a un luogo, in realtà non si trovano sulle mappe. Si preferisce parlare di località «Pescia», quella dove sorgeva il ghetto dei bulgari dove nel 2017 ha perso la vita il bracciante Ivan Miecoganuchev. Voleva scaldarsi è morto in un incendio. Città invisibili che diventano rifugi dei banditi dalla legge, degli irregolari comunitari e extra-comunitari, degli stagionali agli ordini...