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Brutta parola “migranti”, meglio risorse umane

Brutta parola “migranti”, meglio risorse umaneIllustrazione – Fabrizio Dusi

La neolingua Nella cultura industriale che trae origini dal taylorismo le “risorse umane” sono, infatti, l’ingrediente da mescolare, persino con un certo grado di equivalenza, a quello di altre risorse, le finanziarie, per l’avvio di ogni nuova impresa di mercato

Pubblicato quasi 3 anni faEdizione del 30 dicembre 2021
Nei giorni scorsi l’opinionista di uno dei più diffusi tg nazionali, nel riportare le riflessioni di un prestigioso centro studi sui cambiamenti demografici che, come noto, vedono il nostro Paese in costante declino, ha riferito che, se la parola “migranti” spaventa, allora possiamo dire che l’Italia necessita di “risorse umane aggiuntive”. Sì, perché negli ultimi due anni, mentre noi perdevamo oltre mezzo milione di residenti segnando una netta contrazione rispetto al 2019 (- 0,9%), gli altri principali paesi europei sono invece cresciuti anche se di poco (Gran Bretagna e Spagna +1%, Francia +0,4%. Germania + 0,2%). Quel che colpisce è...

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