Internazionale
B’Tselem: le prigioni israeliane sono campi di tortura
Medio Oriente Il rapporto di 118 pagine dell'ong israeliana: non azioni singole ma una politica deliberata «di sofferenza senza fine, per tutti». Torture, umiliazioni, stupri, fame in una rete diffusa di cui Sde Teiman non è che la punta dell'iceberg. L'obiettivo è annullare la fabbrica sociale palestinese
Prigionieri palestinesi detenuti dall'esercito israeliano e recentemente rilasciati attendono a Gaza – Said Khatib/Getty Images
Medio Oriente Il rapporto di 118 pagine dell'ong israeliana: non azioni singole ma una politica deliberata «di sofferenza senza fine, per tutti». Torture, umiliazioni, stupri, fame in una rete diffusa di cui Sde Teiman non è che la punta dell'iceberg. L'obiettivo è annullare la fabbrica sociale palestinese
Pubblicato 4 mesi faEdizione del 7 agosto 2024
È la stessa B’Tselem a dirsi senza fiato, ad ammettere che all’inizio della sua ricerca sulle condizioni nelle carceri israeliane era convinta di trovare solo casi isolati, orribili ma isolati. Andando avanti con le interviste a ex prigionieri palestinesi detenuti in carceri diverse e con le rivelazioni di chi dentro ci ha lavorato, l’ong israeliana ha capito cosa aveva di fronte: «Tali spazi, in cui ogni singolo prigioniero è intenzionalmente condannato a un dolore e una sofferenza gravi e incessanti, operano di fatto come campi di tortura». I risultati dell’inchiesta sono contenuti in un rapporto di 118 pagine, Welcome to...