Editoriale

CAMBIO DI STAGIONE

CAMBIO DI STAGIONE

La nostra guerra di indipendenza Una scommessa politica a sinistra. E un investimento controcorrente, perché miglioriamo il nostro vestito di carta. Non sono più sogni, con l’acquisto della testata a luglio e con voi, care lettrici e cari lettori, possiamo raccontare e interpretare meglio il paese e il mondo. Per cambiarlo

Pubblicato circa 8 anni faEdizione del 29 settembre 2016

Un cambio d’abito per una nuova stagione politica. Perché il referendum costituzionale del 4 dicembre aprirà comunque una fase diversa, sia se vincerà il No, sia, e soprattutto, se vincerà il Sì.

Da oggi proponiamo dunque una nuova veste grafica che dovrà essere sempre di più interprete dei tempi, capace di approfondire le idee che ci passano per la testa e sulle quali ogni giorno costruiamo il giornale, per offrire alle lettrici e ai lettori un punto di vista originale, stimolante, arricchente.

Vogliamo raccontare di più il paese e il mondo in cui viviamo, spiegare meglio quello che accade, indagare a fondo i fenomeni sociali, vogliamo ascoltare le voci fuori dal coro, dare il nostro contributo ai cambiamenti – come facciamo da oltre 45 anni – anche se a volte non riusciamo a interpretarli come vorremmo.

Probabilmente questi nostri desideri sarebbero rimasti chiusi nel cassetto se non avessimo acquistato la testata. Adesso invece il manifesto ci appartiene totalmente. E il suo futuro dipenderà soprattutto dalla capacità del collettivo di essere «dentro» gli avvenimenti politici, culturali, economici, sociali.

Ma per riuscire a realizzare questa volontà di esserci, avevamo anche bisogno, appunto, di cambiare vestito.

Per cui dal vecchio «baffo» arancione sopra la testata, torniamo al rosso, un colore sempre forte e deciso. Dalle 16 pagine tradizionali, passeremo – intanto solo la domenica – a 24, arricchite da dodici pagine dedicate ai libri.

Pubblicheremo più supplementi (16 pagine che restano in edicola a soli 50 centesimi in più), sulle situazioni che riteniamo di grande interesse pubblico (l’ultimo sulla scuola, il prossimo sul referendum istituzionale), per riuscire ad andare oltre la quotidianità, per offrire approfondimenti, riflessioni, per stimolare l’attenzione, per suscitare dibattiti, per avere uno sguardo sull’Italia e sul mondo che non troverete negli altri giornali.

Il prossimo passo lo dovremo compiere dentro la Rete. Sappiamo bene che oggi l’informazione cammina su più gambe, e che il web è un percorso obbligato per riuscire a intercettare un pubblico non abituato alla lettura del quotidiano su carta. Sarà un’altra sfida, anche se le nostre forze – fisiche ed economiche – sono messe già a dura prova.

E proprio per rendere il nostro nuovo percorso meno arduo, faticoso, stressante, sarà estremamente importante il contributo delle lettrici e dei lettori.

Abbiamo bisogno delle vostre idee, dei vostri consigli, e in particolare del vostro sostegno. La nostra «società a responsabilità limitata» non è quella eterodiretta da un algoritmo, né è quella che fa saltare i direttori per nominarne altri ancora più fedeli alla linea del governo.

La società del manifesto è la cooperativa che continua a mantenere vive le speranze del cambiamento anche grazie all’ampia rete di sostenitori. Ovvero voi che ci leggete. Fatelo ogni giorno, e consigliate di farlo alle vostre compagne e compagni, ai vostri amici.

Non accontentatevi di vedere i nostri titoli di copertina su Web, perché sono sempre il risultato non solo della nostra creatività ma anche degli articoli, dei commenti, delle analisi che pubblichiamo.

La carta stampata sta attraversando una crisi d’epoca. E forse molti quotidiani oggi presenti in edicola non riusciranno a superarla. Noi non vogliamo arrenderci, o perlomeno non senza combattere, cercheremo di dimostrare che far vivere un giornale di sinistra, di qualità culturale, di battaglia politica, di attenzione ai cambiamenti, non è una missione impossibile.

È una lotta di indipendenza, con le sue battaglie campali, come l’acquisto della testata che desideriamo festeggiare con tutti voi molto presto.

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