Alias Domenica
Canova, storia d’amore felsìnea
A Bologna, Pinacoteca Nazionale, "Antonio Canova e Bologna: alle origini della pinacoteca", a cura di Alessio Costarelli Fra lo scultore neoclassico e l’intellighenzia municipale intercorse un colloquio durevole ed elevato: fino al ruolo cruciale da lui avuto nella restituzione da parte francese dei capolavori trafugati in terra d’Emilia
Antonio Canova, "Maddalena penitente", 1806-’13, gesso, Bologna, Accademia di Belle Arti, dalla mostra "Antonio Canova e Bologna", foto Roberto Serra
A Bologna, Pinacoteca Nazionale, "Antonio Canova e Bologna: alle origini della pinacoteca", a cura di Alessio Costarelli Fra lo scultore neoclassico e l’intellighenzia municipale intercorse un colloquio durevole ed elevato: fino al ruolo cruciale da lui avuto nella restituzione da parte francese dei capolavori trafugati in terra d’Emilia
Pubblicato quasi 3 anni faEdizione del 20 febbraio 2022
Tommaso MozzatiBOLOGNA
La circostanza che conquista, lungo il percorso della mostra alla Pinacoteca Nazionale di Bologna, è innanzitutto la solida architettura d’insieme, in accordo col rigore delle scelte espositive. Si tratta di notazioni di qualche rilevanza, perché contraddicono la difficoltà intrinseca agli spazi per le temporanee ricavati nell’ex noviziato di Sant’Ignazio, un dedalo di rampe e divisori collocati al -1 nell’istituzione attualmente diretta da Maria Luisa Pacelli. La storia d’amore fra Canova e la città, ricostruita per cura di Alessio Costarelli, incardina invece il proprio sviluppo a un crescendo – assieme emotivo e intellettuale – d’inesorabile coerenza: così, l’accorta selezione dei pezzi...