Internazionale
Per l’Italia chi combatte l’Isis è sorvegliato speciale
Italia/Rojava La procura di Torino chiede l’applicazione della misura restrittiva prevista dal Codice Rocco per cinque giovani andati in Siria con le Ypg curde. Prevede revoca di patente e passaporto, divieto di dimora e di assemblea. Intervista a Jacopo Bindi: «Non c’è un processo perché non c’è un reato: è una valutazione politica»
Combattenti curdi delle Ypg, le unità di difesa popolare di Rojava – Afp
Italia/Rojava La procura di Torino chiede l’applicazione della misura restrittiva prevista dal Codice Rocco per cinque giovani andati in Siria con le Ypg curde. Prevede revoca di patente e passaporto, divieto di dimora e di assemblea. Intervista a Jacopo Bindi: «Non c’è un processo perché non c’è un reato: è una valutazione politica»
Pubblicato quasi 6 anni faEdizione del 5 gennaio 2019
La notifica è arrivata giovedì: la procura di Torino ha richiesto la sorveglianza speciale per Jacopo, Eddi, Davide, Paolo e «Jack», cinque ragazzi che in questi anni hanno raggiunto la regione a maggioranza curda di Rojava, in Siria, per combattere lo Stato Islamico. Non è previsto un processo perché non è previsto un reato. Il 23 gennaio la pm Pedrotta si presenterà al Tribunale di sorveglianza di Torino per chiedere l’accettazione della richiesta. Se passerà, i cinque saranno sottoposti a una dura restrizione della libertà individuale sulla base di quella che la Digos – che ha svolto le indagini –...