Visioni
Chitarra e voce, la rivolta queer di Francesca
Note sparse Tra folk e doom il bel disco di R.Y.F. ci aiuta a ritrovare noi stessi, ad accettare chi siamo, a fregarcene delle etichette con cui altri vogliono ingabbiarci
R.Y.F.
Note sparse Tra folk e doom il bel disco di R.Y.F. ci aiuta a ritrovare noi stessi, ad accettare chi siamo, a fregarcene delle etichette con cui altri vogliono ingabbiarci
Pubblicato quasi 5 anni faEdizione del 19 febbraio 2020
Si presenta come un disco essenziale al massimo, Shameful Tomboy di Francesca Morello, in arte R.Y.F., cantautrice veneta di base a Ravenna. Un paio di chitarre, una Gretsch dal suono pieno e una vecchia acustica. Un cantato sofferto, profondo, che infonde dolcezza. Una luce in mezzo a un mare di contrasti, che nell’album prendono le sembianze della commovente Always late oppure della rabbiosa 1st Times. Un disco che, nei suoi arrangiamenti minimali ma efficacissimi, rivela verità e autenticità, mille volte più delle molte produzioni patinate che ingorgano immeritatamente classifiche e festival della canzone. Sono vere le cicatrici che Francesca si...