Internazionale
Cina che c’era, Cina che c’è
Van Pak Len (Laos), il casinò del Kings Romans, la «zona speciale» dove si paga solo in yuan e la polizia laotiana non può entrare – Emanuele Giordana /il manifesto
Reportage Nel Triangolo d’oro sono sparsi avamposti cinesi. E se il vecchio villaggio del Kuomintang non fa più oppio ma caffè, la Las Vegas dei nuovi tycoon di nome Kings Romans produce davvero di tutto
Pubblicato 10 mesi faEdizione del 20 gennaio 2024
Chissà quali ideogrammi cinesi significano rien ne va plus. Forse li en qù jia. Ma al casinò “laotiano” di Van Pak Len c’è solo una roulette elettronica e i tavoli sono tutti da baccarat, circondati, nelle salette adiacenti, da svariate slot machine. I clienti però sono soprattutto cinesi. Qualche thailandese forse. I croupier e in genere il personale, di servizio o della sicurezza, di diverse nazionalità: cinesi, laotiani, birmani. E birmana è una gentilissima cameriera che ci accompagna al ristorante dell’albergo che ospita il casinò. I prezzi dei piatti sono tutti in yuan e sono anche piuttosto accessibili. Non quelli...