Internazionale
Colombia, l’era Duque è letale per gli attivisti sociali
Già 348 le vittime da quando si è insediato l'attuale governo Massacro senza fine di difensori dei diritti umani, leader indigeni, ex combattenti: 19 omicidi solo dall’inizio del 2020. I paramilitari fanno il bello e il cattivo tempo nelle aree un tempo controllate dalle Farc, incoraggiati dal mancato smantellamento delle organizzazioni criminali
Novembre 2019, protesta contro il governo di Ivàn Duque e gli omicidi di stato a Bogotà – Ap
Già 348 le vittime da quando si è insediato l'attuale governo Massacro senza fine di difensori dei diritti umani, leader indigeni, ex combattenti: 19 omicidi solo dall’inizio del 2020. I paramilitari fanno il bello e il cattivo tempo nelle aree un tempo controllate dalle Farc, incoraggiati dal mancato smantellamento delle organizzazioni criminali
Pubblicato quasi 5 anni faEdizione del 15 gennaio 2020
È un massacro senza fine quello in corso in Colombia contro dirigenti sociali, leader indigeni, ex combattenti. Il fiume di sangue non si è fermato neppure durante le feste: a Natale, mentre stava festeggiando con la famiglia, è stato ucciso, nel dipartimento del Huila, il dirigente sociale Reinaldo Carrillo, mentre, alla vigilia, il municipio di Tumaco, nel Nariño, ha pianto la morte della promotrice culturale Lucy Villarreal, che appena otto giorni prima aveva sollecitato il ministro della Difesa Carlos Trujillo a garantire protezione ai leader comunitari. MA È IN QUESTO INIZIO D’ANNO che si è registrata un’impennata: solo nei primi...