«Come una canzone che segna un’epoca»
Un impegno associativo portato avanti per decenni in tanti ambiti della vita collettiva: le donne per la pace e il disarmo, la Costituzione, la scuola pubblica, la laicità, il miglioramento dei quartieri, i diritti dei pedoni. Antonia Baraldi Sani, ferrarese trapiantata a Roma, se ne è andata il 12 novembre a 86 anni, molto attiva fino all’ultimo nonostante lutti e malattie. Una parte importante del lavoro sociale di Antonia è stata dedicata alla sezione italiana della Lega internazionale delle donne per la pace e la libertà,Wilpf (Women’s International League for Peace and Freedom), che ha presieduto dal 2011 al 2018.
RICORDA PATRIZIA Sterpetti, attuale presidente di Wilpf Italia e sua amica per 30 anni: «Antonia, entrata nel direttivo della nostra sezione nel 1992, ha seguito diversi conflitti mondiali e l’istituzione del Tribunale penale internazionale. Ha lavorato per la divulgazione della risoluzione 1325 sul protagonismo delle donne per la pace, adottata dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite nel 2000. Si è impegnata per il progetto di costituzione di una Istituzione nazionale indipendente per la tutela dei diritti umani. Ha scritto report sui diritti delle donne per la Revisione universale periodica dell’Italia presso il Consiglio dei diritti umani a Ginevra.
È stata una delle tre presidenti dell’Associazione federativa femminista internazionale (Affi) presso la Casa internazionale delle donne di Roma. Si è concentrata sul disarmo nucleare caldeggiando la ratifica da parte dell’Italia del Trattato di proibizione delle armi nucleari. È stata referente di Ican, la campagna internazionale contro le armi nucleari. Sotto la sua supervisione attenta, da docente quale era stata, sono passati centinaia di documenti, report, volantini. Antonia è come una canzone che segna un’epoca. Amabile, empatica, attenta e dialogica, perché chi come lei vuole cambiare il mondo è curioso, deve capire e ascoltare tutti».
DELLA RISOLUZIONE 1325, Antonia Sani scriveva: «Il testo ci conduce subito su un terreno concreto: la risoluzione riguarda il ruolo delle donne nei conflitti armati: a) prevenzione e soluzione del conflitto; b) consolidamento della pace e partecipazione paritetica, in particolare nei ruoli decisionali in materia di prevenzione e soluzione dei conflitti». La Wilpf è la più longeva organizzazione pacifista-femminista al mondo. Nasce il 28 aprile 1915, durante la prima guerra mondiale, quando millecentotrentasei donne di dodici paesi – c’era anche l’italiana Rosa Genoni – si incontrano all’Aja. Annunciando nella risoluzione istitutiva un obiettivo di portata eterna: sviluppare strategie di mediazione per porre fine alla guerra e più in generale sradicare le cause e le radici dei conflitti.
«NOI, LE DONNE del Congresso internazionale, protestiamo contro la follia e l’orrore della guerra, causa di incessanti sacrifici di vite umane e della distruzione di tanti frutti del lavoro umano nei secoli»; «Questo Congresso fa appello ai paesi neutrali affinché compiano i passi necessari a convocare una conferenza finalizzata ad avviare un meccanismo di mediazione perenne (…)»; «Insieme, le donne di tutti i paesi sono una delle forze più importanti per la prevenzione della guerra, ma questo presuppone che abbiano pari diritti con gli uomini». E poi il principio guida: «Questo Congresso delle donne chiede il disarmo universale da raggiungersi con un trattato internazionale (…). I profitti privati accumulati dalle fabbriche di armi sono un grande ostacolo all’abolizione della guerra».
NEL 1983, Harriet Otterloo, della sezione svedese della Wilpf, scrisse: «Se distruggiamo la Terra non ci sarà pace. Per questo il movimento ecologista è parte del movimento pacifista». Così, alla Conferenza delle parti Cop27 in corso sui cambiamenti climatici, nel suo impegno eco-pacifista la delegazione della Wilfp, anche grazie al lavoro di Antonia Sani, è attualmente impegnata a sottolineare il nesso essenziale fra protezione del clima e disarmo. Per, leggiamo sul sito, «un mondo nel quale le persone, il pianeta, tutti gli esseri coesistano in armonia».
(I funerali oggi, 15 novembre, alla Certosa di Ferrara alle 15,30)
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