Italia
Contro Askatasuna l’accusa sfiora il ridicolo: «Val di Susa come il Kurdistan»
Movimenti nel mirino Nel faldone della maxi inchiesta della Digos e della Procura di Torino contro il centro sociale torinese spuntano presunte tattiche di guerriglia mutuate dalla lotta di liberazione curda. L'avvocato Claudio Novaro: «L'idea è desertificare il conflitto sociale a tutti i livelli, anche se poi in tribunale l'intero impianto accusatorio crolla»
Marcia No Tav in Val di Susa – LaPresse
Movimenti nel mirino Nel faldone della maxi inchiesta della Digos e della Procura di Torino contro il centro sociale torinese spuntano presunte tattiche di guerriglia mutuate dalla lotta di liberazione curda. L'avvocato Claudio Novaro: «L'idea è desertificare il conflitto sociale a tutti i livelli, anche se poi in tribunale l'intero impianto accusatorio crolla»
Pubblicato più di 2 anni faEdizione del 5 agosto 2022
Alla fine nella maxi inchiesta della Digos e della Procura di Torino contro esponenti dello storico centro sociale Askatasuna spunta anche il Kurdistan. Potrebbe stupire se non si tenesse conto dei precedenti giudiziari nel capoluogo piemontese: la pm Manuela Pedrotta è la stessa che trascinò di fronte al Tribunale di Sorveglianza di Torino cinque ex combattenti italiani delle unità popolari di autodifesa curdo-siriane, le Ypg e le Ypj, chiedendone la sorveglianza speciale. IL PROCEDIMENTO si chiuse con una misura di riduzione della libertà personale a danno di Maria Edgarda Marcucci (l’unica donna dei cinque), per due lunghi anni privata dei propri...