Italia

Contro la deriva dell’«abbracciamoci tutti»

Contro la deriva dell’«abbracciamoci tutti»Irpinia – Dino Fracchia

25 novembre 1980 Nell'Italia di questi anni '80 il paese reale può muoversi. È sua responsabilità morale e politica muoversi. Gli alti commissariati in Irpinia sono più che un inganno (non siamo nella Tennessee Valley e al posto di Roosevelt c'è Forlani). O i partiti di sinistra, o i sindacati, gli enti locali, le associazioni di giovani e di disoccupati prendono nelle loro mani il compito della ricostruzione, segnano un loro potere nella società, aprono un conflitto nel popolo e aprono la lotta di bonifica nel regno della camorra oppure vincerà la camorra nazionale. La ricostruzione sarà peggio delle case popolari costruite due anni fa a crollare per terremoto e risparmio di cemento.

Pubblicato quasi 4 anni faEdizione del 24 novembre 2020
Ieri mattina, alla radio, alcuni scienziati e qualche letterato riprendevano – parlando di cani e di pozzi intorbidati – l’ormai usato argomento sulla prevedibilità dei terremoti. Qualcuno, più logico, ricordava El Asnam: il sistema marcia verso nord, ci si doveva pensare. Forse i terremoti sono prevedibili o potranno prevedersi, ma quel che è certo che matematicamente prevedibili sono gli effetti economico sociali. Tanto più se il terremoto si colloca nel triangolo Colombo, De Mita, Scarlato o, più genericamente, nella ducea dei Gava. La previsione – sulla quale nessun bookmaker accetterebbe scommesse più che alla pari – è nitidissima davanti agli...

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