Internazionale
Cpi ratificata e armi da Parigi, doppio schiaffo dell’Armenia al Cremlino
Erevan Lo strappo del governo di Pashinyan alle prese con la tragedia dei 100mila profughi del Nagorno-Karabakh e la rabbia anti-russi. Mosca: «Atti ostili». E il brandy Ararat resta bloccato alla frontiera
Erevan, il parlamento armeno ieri durante il voto che ha ratificato la firma dello «Statuto di Roma» – Ap
Erevan Lo strappo del governo di Pashinyan alle prese con la tragedia dei 100mila profughi del Nagorno-Karabakh e la rabbia anti-russi. Mosca: «Atti ostili». E il brandy Ararat resta bloccato alla frontiera
Pubblicato circa un anno faEdizione del 4 ottobre 2023
Mosca non è mai stata così lontana dall’Armenia nell’ultimo secolo. Ieri il parlamento armeno ha ratificato lo Statuto di Roma sulla Corte Penale Internazionale e ora se il presidente russo Vladimir Putin entrasse nel territorio armeno le autorità locali potrebbero anche arrestarlo. E mentre il governo di Nikol Pashinyan è alle prese con la tragedia umanitaria generata dagli sfollati del Nagorno-Karabakh, lo spettro della crisi economica incombe. «UNA DECISIONE SBAGLIATA» l’ha definita Dmitry Peskov, il portavoce del Cremlino. D’altronde le avvisaglie del mancato gradimento di Mosca rispetto alle indiscrezioni sull’ingresso dell’Armenia nello Statuto di Roma non erano mancate. «Se l’Armenia...