Alias Domenica
Cronache con lampi, da una certa Brera
Critica tra arte e letteratura «Non sono un vero critico d’arte...» sosteneva il poeta-pittore, poi però «inchiodava» Morlotti, Mirò, Picasso, Grosz sul filo di una scrittura lieve. In questi guizzanti «Scritti 1958-1970», ora raccolti dal Mulino, rivive una fertile stagione italiana
Emilio Tadini, L'uomo dell'organizzazione. Week-end al parco, 1968, collezione privata, courtesy Fondazione Marconi, Milano
Critica tra arte e letteratura «Non sono un vero critico d’arte...» sosteneva il poeta-pittore, poi però «inchiodava» Morlotti, Mirò, Picasso, Grosz sul filo di una scrittura lieve. In questi guizzanti «Scritti 1958-1970», ora raccolti dal Mulino, rivive una fertile stagione italiana
Pubblicato più di 7 anni faEdizione del 21 maggio 2017
«Non è questione di forma, ma, al contrario, di formazione». Più volte è capitato di tornare su queste parole di Emilio Tadini nel leggere Quando l’orologio si ferma… Scritti 1958-1970 (a cura di Giacomo Raccis, il Mulino «Tracce 4», pp. 145, euro 15,00), bel volume che a novant’anni dalla nascita ne raccoglie i frutti migliori dell’attività di critico d’arte e di letteratura. Già su queste pagine si era parlato del collage di testi e immagini Parole&Figure, imprescindibile chiave d’accesso per esplorare le molteplici direzioni dell’estro di Tadini negli anni settanta; Quando l’orologio si ferma completa idealmente l’impresa, donandoci un prezioso...