Alias
Dagie Bründert e compagnia, personale politico tecnologico
Intervista Rituali cinematografici di autorappresentazione in una estate berlinese
Intervista Rituali cinematografici di autorappresentazione in una estate berlinese
Pubblicato circa un anno faEdizione del 4 novembre 2023
Carola Spadoni BERLINO
In una continua invenzione di cosa possa essere il cinema, ed il generoso performare la realtà, sia domestica che pubblica, con un fare e disfare il personale con il politico, tre brillanti filmmakers/artiste/i si sono succedute in mostre personali durante l’estate berlinese. Margaret Raspè alla Haus am Waldsee, Ulysses Jenkins alla Julia Stoschek Foundation e Dagie Bründert al Silent Green. Raspè comincia agli albori degli anni 70, costruisce un dispositivo per montare la cinepresa Super 8 sulla sua nuca e poter girare frammenti di vita, mentre lava le stoviglie in Alle Tage wieder – let them swing, mentre cucina in...