Internazionale
Dalla cattedra al carcere duro. L’ingiustizia infinita di Erdogan
Da piazza Taksim alle aule dei tribunali Il paese si mobilita per Nuriye e Semih, simbolo della resistenza alle purghe scattate dopo il fallito golpe dello scorso luglio. Monta la protesta contro i quasi 140 mila licenziamenti e i processi farsa
Nuriye Gülmen e Semih Özakça durante una protesta di piazza per riavere il loro lavoro
Da piazza Taksim alle aule dei tribunali Il paese si mobilita per Nuriye e Semih, simbolo della resistenza alle purghe scattate dopo il fallito golpe dello scorso luglio. Monta la protesta contro i quasi 140 mila licenziamenti e i processi farsa
Pubblicato più di 7 anni faEdizione del 16 giugno 2017
Sabrina Duarte, Davide LemmiISTANBUL
Una folla di giovani e meno giovani riempie ancora una volta piazza Taksim, simbolo della rivoluzione di Gezi Park e teatro della repressione. «Lunga vita alla nostra causa e alla nostra resistenza», intonano a gran voce mentre sollevano cartelli con le scritte, «rivogliamo il nostro lavoro» e «governo illegale». Gli agenti di polizia restano in disparte, ai margini della piazza. LA PROTESTA È PACIFICA, ma decisa. Alcuni mostrano le foto di Nuriye Gülmen e Semih Özakça, divenute ormai simbolo della lotta contro l’oppressione; «Ridategli il lavoro», «Non siete soli», continuano a ripetere. È anche per loro che la Turchia si...