Politica
Dall’idillio senza presa alla metamorfosi
Profondo rosso Tutto cambia con la marea sessantottina, che si interseca, a livello di attivisti, con i quadri operaisti emergenti, con i filo-cinesi fautori della Rivoluzione culturale, con la diaspora dei trotskisti entristi di Roma e Milano che, cacciati o meno, passano dal Pci al movimentismo
: Emigrati italiani che tornano per votare Pci alle elezioni del 7 maggio 1972 e un manifesto del 1969
Profondo rosso Tutto cambia con la marea sessantottina, che si interseca, a livello di attivisti, con i quadri operaisti emergenti, con i filo-cinesi fautori della Rivoluzione culturale, con la diaspora dei trotskisti entristi di Roma e Milano che, cacciati o meno, passano dal Pci al movimentismo
Pubblicato quasi 4 anni faEdizione del 21 gennaio 2021
Per il periodo su cui posso testimoniare, fra iscrizione e radiazione (1958-1966), il Pci era un partito dove si poteva discutere liberamente e si imparavano un sacco di cose, dove erano legittime diversità di opinione che assomigliavano a correnti fluide (non organizzate) e fuori del quale, fuori a sinistra intendo, non esisteva oppure appena cominciava a esistere uno spazio alternativo di riflessione e di azione politica. Certo, sussistevano al suo esterno gli anarchici e formazioni residuali del dibattito della III Internazionale, i bordighisti, Lotta Comunista e soprattutto i troskisti della IV Internazionale, che peraltro aveva scelto una tattica «entrista», cioè...