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Debito pubblico, decido anch’io
Nuovo modello di sviluppo Una rete per decidere cosa fare dei nostri soldi. Per ricordare a tutti gli italiani che dal 1992 abbiamo tagliato 672 miliardi di euro in spese e investimenti. E se abbiamo oltrepassato i 2mila miliardi di debito non è perché siamo «cicale irresponsabili» ma per gli interessi che dal 1980 sono costati ben 2.230 miliardi di euro
– Pedro Scassa
Nuovo modello di sviluppo Una rete per decidere cosa fare dei nostri soldi. Per ricordare a tutti gli italiani che dal 1992 abbiamo tagliato 672 miliardi di euro in spese e investimenti. E se abbiamo oltrepassato i 2mila miliardi di debito non è perché siamo «cicale irresponsabili» ma per gli interessi che dal 1980 sono costati ben 2.230 miliardi di euro
Pubblicato circa 11 anni faEdizione del 5 novembre 2013
Da più parti si sente dire che faremo la fine della Grecia: disoccupazione alle stelle, servizi soppressi, povertà dilagante. Ma se così sarà per gli effetti, non altrettanto si può dire per le strategie. Quando, nel 2010, la Troika atterrò ad Atene, i conti della finanza pubblica greca facevano tremare i polsi ai creditori. Le entrate fiscali non coprivano neanche la spese della macchina pubblica, figurarsi se c’erano soldi per gli interessi. Il rischio era che la Grecia diventasse un debitore insolvente, procurando guai non tanto al suo popolo, quanto alle banche di mezza Europa che avevano i cassetti pieni...