Cultura

Deirdre Mask e la toponomastica della cittadinanza

Deirdre Mask e la toponomastica della cittadinanzaParticolare da un’installazione di Yan Chiabai

L'intervista Parla l’autrice di «Le vie che orientano», pubblicato da Bollati Boringhieri. Un’indagine su ciò che i nomi di vie e piazze rivelano del potere e dell’identità. E di come si «inventa» la Storia. L’avvocatessa e scrittrice afroamericana sarà ospite domani mattina del Festivaletteratura di Mantova (ore 10 Palazzo della Ragione con Andrea Staid). «Non c’è dubbio che la geografia sia intimamente connessa alla democrazia. E, da questo punto di vista, possedere un indirizzo può servire a far valere i propri diritti». «Se ad indicare il nome di una strada c’è quello di un generale confederato del Sud schiavista, è chiaro come ciò rifletta le idee di quella società su chi detenga il potere e chi no»

Pubblicato circa 3 anni faEdizione del 11 settembre 2021
Indirizzi che salvano vite, che danno la possibilità di votare o ricevere un sussidio, rendendo concreti i concetti di cittadinanza e democrazia o che, come nel caso delle Judenstrassen, le «vie degli ebrei» cancellate dalle carte stradali della Germania nazista, sono state ripristinate nel dopoguerra, restituendo lo spazio almeno simbolico che occupavano un tempo a vite spazzate via dalla Shoah. Ma anche, è i casi più noti sono quelli del Sud degli Stati Uniti o del Sudafrica post-apartheid, strade e piazze dedicate a generali confederati o ideologi del razzismo che sembrano voler perpetuare per sempre l’odio e la violenza della...

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