Cultura
Delphine Horvilleur scrive l’addio per parlare della vita
Scaffale Il «Piccolo trattato di consolazione», edito da Einaudi. Al centro, il rifiuto di ingessare la tradizione ebraica in un rituale noto e sempre uguale
Un ritratto della rabbina e femminista francese Delphine Horvilleur
Scaffale Il «Piccolo trattato di consolazione», edito da Einaudi. Al centro, il rifiuto di ingessare la tradizione ebraica in un rituale noto e sempre uguale
Pubblicato più di 2 anni faEdizione del 26 luglio 2022
«Con il passare degli anni mi pare proprio che il mestiere più vicino a quello che faccio io un nome ce l’abbia: narratore»; così, nelle pagine di esordio del Piccolo trattato di consolazione, definisce il proprio ruolo Delphine Horvilleur, una delle poche rabbine di Francia. Delle molte possibilità che il mestiere di rabbino offre l’intellettuale e femminista Horvilleur sceglie di raccontare non solo della morte ma di ciò che immediatamente la segue: il dolore di chi sopravvive, le strategie di fuga dallo strazio, il rapporto con la ritualità ebraica narrati da «un rabbino laico» – come si è sentita definire...