Cultura

Denise Pardo, il memoir della città plurale. E perduta

Denise Pardo, il memoir della città  plurale. E perdutaUn'immagine del Cairo tra gli anni Quaranta e Cinquanta – Getty Images

L'intervista Parla Denise Pardo, autrice di «La casa sul Nilo», per Neri Pozza. In un libro il Cairo cosmopolita cancellato da Nasser. La presentazione al Salone di Torino giovedì 18 alle 15. «Una "magica alchimia", mia madre definiva così l’atmosfera della città. La tolleranza era sgradita perché aveva in sé una certa sufficienza. Non si doveva tollerare, solo rispettare». «Sono cresciuta con la convinzione che la diversità era ricchezza, che religioni, anime e culture sapevano trovare una via d’incontro. Poi, il trauma della fuga verso Roma»

Pubblicato più di un anno faEdizione del 13 maggio 2023
«Il Cairo era una città immensa, polverosa, illuminata da un sole instancabile, dove anche nei quartieri alti il lusso non riusciva a addomesticare il rumore, la sensazione di essere al centro di un turbine di energia la cui fonte non era controllabile. I minareti reclamavano la preghiera e i muezzin, che noi adoravamo per il suono fatato e melodioso rispetto al battito della città, fendevano l’aria. Riuscivano a infilarsi e a irrompere tra le musiche occidentali dei pomeriggi danzanti dell’Auberge des Pyramides senza per questo disturbarne l’armonia ma trovando la strada e il modo perché si potessero sentire e seguire...

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