Italia
Don Rigoldi: «In carcere non c’è più chi sa parlare ai ragazzi»
Intervista Parla il cappellano del Beccaria, da cinquant’anni: «Non ci sono operatori adatti e mancano neuropsichiatri infantili. A Milano sono arrivati più di mille minori stranieri non accompagnati. In centinaia sono rimasti a vagabondare, senza casa né lavoro. Ovvio che, uno a uno, arrivino in istituto»
Alcuni ragazzi del Cesare Beccaria durante la visita della squadra di rugby All Blacks – Ansa
Intervista Parla il cappellano del Beccaria, da cinquant’anni: «Non ci sono operatori adatti e mancano neuropsichiatri infantili. A Milano sono arrivati più di mille minori stranieri non accompagnati. In centinaia sono rimasti a vagabondare, senza casa né lavoro. Ovvio che, uno a uno, arrivino in istituto»
Pubblicato quasi 2 anni faEdizione del 29 dicembre 2022
Al Beccaria è il tempo del silenzio. «Ora è tutto più tranquillo, che vuole, nei gruppi principali la metà sono stati trasferiti, sono rimasti in dieci laddove erano in venti. Quelli che hanno pochi mesi di pena residua dormono, non fanno molto altro. Adesso però spero solo di riuscire a convincere gli altri tre evasi a tornare indietro, in modo da evitare l’aggravamento di pena». Don Gino Rigoldi, da cinquant’anni cappellano del carcere minorile milanese, e fondatore di una fondazione che si occupa soprattutto di minori, sembra solo amareggiato. È preoccupato per quei ragazzi che conosce uno a uno: i...