Italia

Don Tonino il pacifista

Don Tonino il pacifistaDon Tonino Bello

La storia Il 20 aprile del ’93 moriva don Bello, vescovo di Molfetta e presidente di Pax Christi. Antimilitarista e dalla parte degli oppressi, si scontrò con il mondo della politica e con le gerarchie ecclesiastiche, che lo consideravano «estremista». Ma divenne un punto di riferimento per il pacifismo non violento italiano. La sua era la «Chiesa del grembiule», opposta a quella della stola

Pubblicato più di 11 anni faEdizione del 21 aprile 2013
Nel dicembre del 1992 a Sarajevo, sotto assedio dal mese di aprile, cadono le bombe. Cinquecento pacifisti, il 7 dicembre, si imbarcano ad Ancona e, dopo una traversata burrascosa con mare forza 8, raggiungono Spalato e poi la capitale bosniaca, la sera dell’11 dicembre, per una marcia della pace attraverso la città promossa dai Beati i costruttori di pace. Ci sono militanti nonviolenti e dei partiti della sinistra, i sindaci, qualche parlamentare e diversi preti. C’è anche don Tonino Bello, vescovo di Molfetta e presidente di Pax Christi, che racconterà i momenti salienti di quell’esperienza sulle colonne del manifesto, con...

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