Italia

Donne libere seppur bangla

Donne libere seppur banglaDurante lo Shad, la festa tradizionale delle donne bangladesi al settimo mese di gravidanza

A Roma alcune donne della comunità bangladese si supportano attraverso reti informali e associazioni. E così cercano di liberarsi dall’oppressione dei loro uomini. Nel quartiere di Torpignattara i primi passi delle organizzazioni femminili

Pubblicato circa 5 anni faEdizione del 13 settembre 2019
«Noi siamo 64 donne e siamo tutte forti, indipendenti», sono le parole pronunciate da Laila Shah mentre parla di “Mohila Somaz Colan Sumeti”, l’associazione di donne bangladesi di cui è presidente. Lo dice ridendo, nella sede del suo negozio “Laila Fashion” nel quartiere Torpignattara di Roma, dove queste donne – che sono mediatrici, giornaliste, assistenti sociali – ogni mese si riuniscono circondate da sari colorati e odori di spezie. Donne bangladesi a Torpignattara «ABBIAMO INIZIATO tredici anni fa e abbiamo subito pensato di aiutare le donne: lo facciamo creando una rete di sostegno all’interno della comunità, ascoltando e, quando possiamo,...

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