Se è astrattamente logico, in teoria, che chi subisce un attacco ha l’elementare diritto di contrattaccare, la prospettiva cambia se riconosciamo che la scacchiera di questa guerra è inclusa nella più grande scacchiera della competizione per l’egemonia planetaria: egemonia fino a qualche anno fa indiscutibilmente degli USA, ma ora messa apertamente in discussione dalla crescita gigantesca della Cina.
Nel quadro più ampio, Zelensky e la sua corte non sono che un pezzo del gioco (non certo una semplice pedina). Ma un pezzo inaffidabile, erratico.
Ancora una volta gli USA hanno l’incoscienza di armare figure che al momento appaiono utili, ma che possono sfuggire al controllo e muoversi autonomamente con ben altre logiche. Come insegna l’evoluzione imprevista di Bin Laden.
Non solo gli USA. Regno Unito ed Europa hanno armato e continuano ad armare una Ucraina nazionalista (con frange apertamente neo-nazi) che adesso è stracolma di armi non solo di difesa, ma anche di offesa.
Sicuri, tutti i rifornitori, di poter controllare agevolmente i beneficati? Gli ultimi sviluppi sembrano indicare il contrario.
La storiella dell’apprendista stregone è sempre valida.